Lo Shiatsu Namikoshi

Il cuore dello Shiatsu è come il puro affetto materno: la pressione delle mani fa scorrere le sorgenti della vita.

Tokujiro Namikoshi

La storia

La shiatsuterapia è stata ideata da Tokujiro Namikoshi che, fin da bambino, entrò in contatto, seppure indirettamente, con la sofferenza corporea e con il dolore. Infatti, sua madre soffriva di un forte reumatismo articolare generalizzato e Tokujiro, benché privo di cognizioni anatomiche e fisiologiche, iniziò a praticarle dei massaggi, per cercare di lenire i suoi dolori. Attraverso le sue dita straordinariamente sensibili, divenne presto in grado di avvertire le differenze di temperatura e di tensione corporea e, per mezzo di continue pressioni e frizioni, la madre cominciò a migliorare. Nel tempo, egli scoprì quello che è divenuto, forse, il principio fondamentale su cui si basa lo shiatsu: la capacità dell’organismo di curarsi da sé, i poteri autoterapeutici. Iniziò, quindi, a studiare sistematicamente le tecniche di massaggio allora esistenti, integrandole con le manovre e le pressioni corporee da lui scoperte e, dopo anni di duro lavoro, fondò l’Istituto Giapponese di Shiatsu (1940). La terapia e le lezioni presso la sua scuola acquisirono vasta risonanza per gli effetti positivi della tecnica da lui ideata, tanto che, nel 1964, lo shiatsu è stato riconosciuto come terapia dal Ministero per la Sanità e il Benessere Giapponese.

Lo Shiatsu Namikoshi e i suoi meccanismi di azione

Lo shiatsu Namikoshi consiste in una tecnica manuale: vengono praticate pressioni, mobilizzazioni, trazioni e frizioni con il palmo della mano e con le dita per prevenire e curare disturbi di vario tipo, stimolando le capacità di recupero naturali dell’organismo. Tali pressioni, che vengono esercitate sui circa 700 punti individuati sulle regioni anteriore e posteriore del corpo, hanno una profonda influenza sui principali sistemi e organi del nostro corpo (sistemi cardio–vascolare, muscolare, articolare e nervoso, e organi ad esso collegati). Infatti, la stimolazione del Sistema Nervoso Periferico, che avviene in seguito alle pressioni esercitate in corrispondenza delle zone di emergenza dei nervi della colonna vertebrale e lungo il decorso dei principali tronchi nervosi nelle diverse parti del corpo, determina una netta riduzione della sensibilità al dolore (effetto antalgico dello shiatsu). Inoltre, le intense e ripetute pressioni sembrerebbero determinare un incremento di secrezioni ormonali, tanto a livello centrale che periferico (secrezione di oppioidi endogeni). Lo shiatsu è considerato una tipo riflesso tecnica di, ovvero si fonda sul concetto che tutto ciò che accade a livello somatico esercita un’azione a livello viscerale e viceversa (riflesso somato–viscerale e viscero–somatico). Tuttavia, le “ipotesi di azione” dello shiatsu sono molteplici e non ancora del tutto note: si conoscono solo alcuni dei meccanismi di funzionamento di questa tecnica così potente. E’ però appurato che molte problematiche articolari, muscolari, viscerali e neurologiche “risentono” positivamente e inequivocabilmente di questa azione pressoria.

I benefici

L’operatore Shiatsu si serve soltanto delle proprie mani: la tecnica che applica non richiede l’ausilio né di dispositivi meccanici, né di farmaci e non ha effetti collaterali. Infatti, i punti da trattare variano da caso a caso e la pressione esercitata, nonché la durata delle applicazioni, vengono adeguate al singolo paziente. Per questo motivo, lo shiatsu può essere praticato a persone di tutte le età, che possono beneficiare di effetti positivi generali. Un trattamento circoscritto, infatti, può dare risultati temporanei, ma solo una tecnica che prenda in considerazione l’intero organismo, e non solo le zone che presentano sintomi patologici, può dare luogo a risultati più duraturi e stabili. In particolare, lo shiatsu risulta essere particolarmente efficace nel trattamento di:

  • Disturbi del tono e del trofismo muscolare (ipotrofie, spasmi muscolari, astenia di varia origine);
  • Disturbi del Sistema Neuro–Vegetativo (disturbi e malesseri puramente funzionali e, quindi, non sostenuti da alcun tipo di lesione organica e/o anatomica, come vertigini, insonnia, gastrite, cefalee, ecc.);
  • Disturbi del Sistema Nervoso Periferico (nevralgie, neuriti, ecc.);
  • Patologie osteo–articolari (problemi articolari post–traumatici e post–operatori, artrite e artrosi, cervicalgie, lombalgie e lombosciatalgie, ecc.).