Mara Abeer

mara-abeer1Sono sempre stata affascinata da questa magnifica arte. Mi ci sono avvicinata non giovanissima, a 38 anni circa. Sin da piccola ascoltavo musica araba. Mio padre all’epoca lavorava in Iraq, a Baghdad e quando tornava dai lunghi viaggi di lavoro, riportava essenze profumate, incensi, spezie, tessuti, veli luccicanti e gioielli antichi d’argento finemente lavorati e ovviamente musica tipica.

Ho un ricordo nitidissimo di me bambina che mi cingevo i fianchi con i vari tessuti, indossavo la cavigliera e danzavo. Solo quando ho cominciato a studiare la danza mediorientale, ho capito che all’epoca facevo una sorta di drop senza che nessuno me lo avesse insegnato.

Era un segno? Feci parecchi viaggi nei paesi nordafricani. Ricordo che ero in Marocco, per l’esattezza ad Agadir, quando vidi per la prima volta un’esibizione di danza del ventre. Ne rimasi letteralmente ipnotizzata.

Dopo un incidente con lo scooter che mi costrinse per quattro mesi a camminare con una sola gamba aiutata dalle stampelle, mi ci volle più di un anno per riprendermi sia fisicamente che mentalmente. Non ero più la stessa persona. Avevo bisogno di qualcosa che mi desse una bella scrollata. Inizialmente optai per l’analisi, poi una sera vidi un’esibizione di danza orientale in televisione e mi tornò in mente questa vecchia passione rimasta per troppi anni in un angolo.

Era il 15 Gennaio del 2003 quando finalmente feci la mia prima lezione di danza del ventre. La mia musa ispiratrice era ed è ancora Valentina Mahira, la mia insegnante diventata poi una grande amica e compagna di danza.

Con lei studio ancora moltissimo, e il bello è che spesso partecipiamo agli stessi incontri. Ammiro moltissimo Valentina. Una persona umile e generosa che mi ha sempre spinta a confrontarmi con più maestri/e per darmi modo di crescere sempre e comunque. Non tutte lo fanno per via della gelosia, ma io sono stata fortunata in questo.

Ricordo il mio primo viaggio studio a Il Cairo, in occasione del mitico Ahlan wa Sahlan Festival organizzato dalla celebre coreografa Raqia Hassan. L’hotel si trovava nel bel mezzo della piana di Giza, con le piramidi a poche centinaia di metri e l’atmosfera da mille e una notte. Lì ho studiato con tantissimi maestri internazionali, per lo più egiziani; ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa del proprio stile.

Per me questa danza è una ragione di vita. Una grande passione. Un’arte meravigliosa. La consiglio di cuore a tutte le donne di qualsiasi età e corporatura. Fa bene sia al fisico che alla mente. Si ha la possibilità di conoscere tantissime persone e ritrovarsi poi ai sempre più frequenti meeting. Ormai ci sono festival tutti i mesi, quindi si ha la possibilità di scegliere con chi studiare. Io ho capito da circa due anni che il mio stile preferito è il Baladi, la tipica danza popolare egiziana.

Il mio nome d’arte è Mara Abeer. Mara è il mio vero nome di battesimo. Tradotto dall’arabo significa “donna”, mentre abeer vuol dire “fragranza”, quindi sarei la donna-fragranza. I profumi sono un’altra mia grande passione. Forse proprio in ricordo delle essenze che mi portava mio padre. Secondo me una danzatrice quando si esibisce dovrebbe lasciare una lunga scia profumata. Io lo faccio abitualmente. I profumi e la danza sono ormai parte di me.