Il solstizio d’estate – alla ricerca della perfezione

Miti, riti, ricorrenze, divinità, santi , figure allegoriche, pianeti : sono i grandi protagonisti interiori, gli archetipi universali, i simboli profondamente radicati nella coscienza umana, da sempre in tensione verso quella ricerca di perfezionamento che è l’unica possibilità per l’essere umano di ricongiungersi alla Sorgente Divina, e di ritrovare l’unità perduta per opera del “Serpente”. Il dualismo è fonte di sofferenza per l’Uomo, costretto a venire a patti con la ciclicità dell’esistenza, il ritmo altalenante della Vita e della Morte, della Luce e del Buio. proprio la Luce l’elemento significativo per eccellenza che rappresenta simbolicamente, con la sua presenza o con la sua assenza a seconda del periodo dell’anno, il percorso esistenziale dell’ Uomo e il suo grado di evoluzione, nonché il fine cui deve perennemente tendere.
Per questo l’eclittica, cioè il cammino apparente descritto dal Sole intorno alla Terra, non è altro che la rappresentazione della forza della Luce rispetto a quella del Buio nel corso delle varie fasi dell’anno, e quindi determina ogni mese le 12 vibrazioni che si liberano dalla risonanza Terra-Sole. Le stagioni sono l’espressione a livello cosmico di questo rapporto mentre lo zodiaco si sovrappone al percorso solare , e manifesta i vari significati di ogni momento dell’anno attraverso i personaggi mitologici espressi dalle diverse costellazioni.
Noi distinguiamo nel corso dell’anno quattro momenti fondamentali: gli equinozi e i solstizi. momenti sono celebrati con rituali particolari fin dall’antichità, proprio perché costituiscono dei momenti di passaggio, delle “porte”, attraverso cui transitiamo nel corso dell’anno, ma anche nel corso della nostra esistenza e della nostra evoluzione interiore: sono tappe obbligate, manifestazioni del nostro rapporto con la Luce, con la divinità, momenti di trasformazione e rinascita. Il 21 di giugno, nell’emisfero boreale si celebra il solstizio d’estate, il momento in cui il Sole raggiunge lo “zenith dell’anno” se così possiamo dire, cioè la massima declinazione positiva; esso descrive sopra l’orizzonte un arco diurno maggiore di quello notturno ( in altre parole permane sopra l’orizzonte un numero maggiore di ore rispetto a quelle che trascorre nella parte inferiore, a noi invisibile).
Contrariamente a quello che si può pensare però, non è il trionfo della Luce che si celebra in questo periodo, ma il suo incedere verso il decadimento. Infatti è proprio da questo momento in poi che la Forza-Giorno comincia, lentamente ma inesorabilmente, a decrescere per tutti i sei mesi successivi, fino ad arrivare al solstizio invernale, dove il Sole raggiunge invece la sua massima declinazione negativa.
E’ proprio questo “incongruente” rivolgersi verso il Buio proprio nel momento di massima potenza Solare che racchiude l’esistenziale sofferenza umana, espressione di questo perenne, incessante lavoro di perfezionamento, di questo continuo morire e rinascere a se stessi, ogni qualvolta sembra di aver raggiunto qualche traguardo. Questa dialettica viene espressa ancora più chiaramente dalla simbologia delle “porte solstiziali” come porte di entrata e di uscita dalla Caverna Cosmica. Le grotte, le caverne, sono sempre stati per l’Uomo luoghi sacri, uteri scavati nella roccia a rappresentare il Buio e la Trasformazione. Sono luoghi dove non solo gli adepti vengono iniziati in tutti i più importanti riti di passaggio, ma anche ricettacoli di energia tellurica, di potenza ctonia che può essere trasformatrice e ri-generatrice ma anche terribilmente distruttrice. Il solstizio d’Estate rappresenta proprio il percorso verso questo Antro simbolico, questa incarnazione nel grembo di Madre Terra. Non a caso il segno del Cancro, dove il passaggio del Sole il 21 di giugno scandisce il momento solstiziale, è definito “porta degli uomini” (al contrario del solstizio invernale nel segno del Capricorno definito “porta degli dèi”). il progressivo incedere dello Spirito verso il Buio, l’entrata nel Grembo di Madre Terra, per farsi materia, ma anche per perdersi nei meandri del labirinto, a cui la caverna con i suoi cunicoli rimanda simbolicamente.
Ma prima di questo “visita interiorae terrae” alchemico *il Sole raggiunge la sua massima potenza proprio al momento della sua entrata nel segno governato dalla Luna, il segno del Cancro. Infatti è proprio dalle nozze, dall’incontro dell’astro maschile per eccellenza con quello femminile che si concretizza la realizzazione superiore, quella spirituale dell’essere che riesce finalmente, superando le contrapposizioni, ad armonizzare gli opposti. Purtroppo al giorno d’oggi non siamo più consapevoli di questi eventi astronomici che si manifestano nel corso dell’anno, e abbiamo sostituito ai ritmi celesti quelli dettati dal progresso e dalla tecnologia, al contrario dell’Uomo dell’Antichità che sapeva leggere il libro della Natura decifrandone ogni segno, in quanto espressione di Dio, con il massimo rispetto e la massima devozione. Gli uomini sapevano che in essa, anche a costo di una strenua ricerca, potevano trovare la chiave per comprendere il proprio ruolo, consci che, se la Natura e Dio tutto pervadono, ciò che accade in alto, in Cielo, è speculare, analogo, a ciò che si manifesta in basso, sulla Terra. Ogni evento del calendario, ogni ricorrenza, ogni momento cruciale dell’anno che spesso celebriamo con superficialità, sono il corrispettivo di fasi astronomiche determinate, da cui ci siamo progressivamente sganciati. A malapena riusciamo a sfiorare il Cielo con lo sguardo, in quei pochi spazi che i grandi palazzi delle metropoli lasciano intravedere. E la potenza delle luci artificiali ha sostituito in tutto e per tutto quella volta stellata da cui per secoli si sono decifrati i segni della Natura da cui l’Uomo poteva trarre insegnamento. Per questo adesso l’Uomo è smarrito. però è proprio questo profondo disorientamento che lo indurrà a cercare nuovamente conforto nel grembo di Madre Terra perché quella è stata, è , e sarà sempre la Sorgente da cui proviene tutto il suo sostentamento, e da cui può trarre il senso più profondo dell’esistenza: l’infinita infaticabile ricerca della Perfezione .
*si fa riferimento all’acrostico alchemico V.I.T.R.I.O.L. (“VISITA INTERIORAE TERRAE RECTIFICANDO INVENIES OCCULTUM LAPIDEM)

autrice: Eva Giacomelli