Saturno, la castrazione del padre e il divenire dell’anima e del mondo

Quando un’anima si incarna non può subire l’inerzia di un potere costituito. Ciò che è stabilito in modo rigido viene bruscamente interrotto, il tempo finalmente si libera, la vita riprende il suo corso e l’anima evolve. Ogni volta che in un contesto astrologico si nomina Saturno, la reazione generale è quasi sempre negativa. A questo tipo di reazione spesso non sfugge neanche lo stesso astrologo, che tende anche lui, in modo più o meno velato, a demonizzare il passaggio di questo pianeta. E’ vero che risale fin dall’antichità la sua connotazione di pianeta “malefico”, insiere a Marte. Nella migliore delle ipotesi è designato come archetipo della “melanconia” e della senescenza, poche volte associato alla saggezza o indicato come iniziatore della mitica “Età dell’Oro”. Le prime osservazioni dei suoi passaggi celesti hanno sempre sottolineato la concomitanza sulla Terra di eventi infausti, da quelli naturali a quelli sociali. E’ vero che gli effetti del ciclo di Saturno sono facilmente osservabili da chiunque, perché non c’è dubbio che sottolinei spesso momenti importanti della vita di ognuno, ma non tutti si rendono conto che molto spesso le catastrofi che vengono associate a questo pianeta, non sempre sono da attribuirsi al medesimo, anzi non è raro che siano invece dovuti ai contemporanei passaggi di altri pianeti lenti, come Urano, Nettuno o Plutone che sono assai più drastici e incisivi nel segnare momenti di cambiamento, a volte di vero e proprio stravolgimento, al corso della nostra vita. E’ tuttavia altrettanto vero che il transito di Saturno segna la tappa di un momento critico, una frattura, che ci costringe a scegliere, a discriminare, a “metterci in riga”, laddove eravamo diventati troppo indulgenti e approssimativi con noi stessi. Il suo transito si manifesta, non a caso, dopo periodi più o meno lunghi di “ipnosi”, di “sonno”, in cui abbiamo perso la reale consistenza della realtà e siamo disancorati dalla nostra vita, permettendo ad una situazioni di trascinarci comodamente alla deriva, senza più essere efficaci e padroni della direzione da prendere, dimenticando i nostri valori e barattandoli con un po’ di sicurezza in più, per il cosiddetto “quieto vivere”. Più siamo fuori strada e abbiamo perso l’orientamento rispetto al nostro progetto individuale (la posizione del Sole per segno e per casa nel nostro Tema natale), più il transito ci sembrerà arduo. Pochi riescono a sottolineare quanto lo stesso transito, per chi è “in linea” con il progetto animico, porti al contrario frutti sontuosi: avanzamenti di carriera, salti “quantici” dovuti a ciò che si è seminato tempo addietro, che finalmente comincia a prendere una forma visibile e diventa realtà, grande impegno e lunghi studi che si concretizzano in un risultato costruito passo dopo passo nel tempo. Saturno è il “Grande Architetto” dello zodiaco, e quello che viene costruito sotto la sua egida, non solo ha basi solide e sicure, ma, aspetto non meno importante, ha lunga vita. La mitologia come sempre è illuminante: Crono-Saturno, figlio di Urano e di Gaia, il Cielo e la Terra primordiali, costretto, insieme agli altri suoi fratelli Titani, a rimanere intrappolato nelle viscere della Terra stessa per volontà del padre Urano, che teme di essere da loro detronizzato, ubbidisce ciecamente alla madre Gaia, che lo fornisce di un falcetto affilato. Con un solo unico atto violento, egli non esita ad evirare il padre, durante uno dei suoi continui accoppiamenti con Gaia. Quindi si getta alle spalle (la schiena è proprio una simbologia di Salturno) il membro virile paterno, che precipita tra i flutti. Alcune gocce di sangue dell’organo amputato si riversano sulla Terra creando Eris, la Discordia, personificate dalle Erinni, creature vendicative ed impietose, ed Eros, l’Amore, personificato dalla dea Afrodite, simbolo di attrazione e di unione. Eris ed Eros, Discordia e Amore, nascono quindi dalla castrazione di Urano da parte di Crono, da colui che con un solo atto ha aperto lo spazio e sbloccato il tempo. Crono segna una tappa fondamentale nella evoluzione del Cosmo: separando Cielo e Terra crea uno spazio libero dove le creature possono riprodursi a loro volta. D’ora in poi tutto quello che verrà generato, avrà modo di vivere e di respirare. Non solo lo spazio si è aperto, ma anche il tempo si è trasformato. Le creature racchiuse nel grembo di Gaia, ora venute alla luce, possono procreare dando vita a generazioni successive. Da questo momento si alternano luce e buio, il ciclo infinito del divenire può iniziare. L’atto cruento sconvolge l’ordine cosmico. Particolarmente significativo è l’atto di ribellione al padre e il gettarsi  alle spalle la sua capacità generatrice e l’atto di ubbidienza  alla madre, energia femminile che concorre ad un atto di liberazione collettiva. Non a caso il segno del Capricorno  e la Casa Decima, dominio di Saturno, rappresentano proprio quello che riusciamo a realizzare proprio in seguito al distacco delle nostre radici, della Casa del padre, la Casa Quarta, nell’opposto segno del Cancro. Vediamo come l’intervento di questo pianeta rappresenti un momento di demarcazione netta tra un “prima” e un “dopo”. Lo “status quo” viene interrotto in maniera drastica, brutale e dolorosa, ma necessaria. Saturno incarna, infatti, nella tradizione astrologica, la necessità e il dovere, tutto ciò che deve essere fatto, il limite che deve essere accettato come inevitabile. In seguito a questo atto necessario e doveroso, si apre un’evoluzione, si mette in movimento tutta l’umanità, che compie un balzo in avanti. E’ proprio a questo punto che Saturno diventa saggezza, insegnamento e quieto distacco, tesoro inestimabile e prezioso, chiave di accesso alla “conoscenza”, raggiungimento di un livello superiore di consapevolezza. Crono in quanto portatore del dualismo, del giorno e della notte, di Eris e di Eros, di discordia e di amore, del divenire e della caducità dell’essere, ci permette, tramite la sua azione discriminante, di creare eventi che ci indicano la via dell’integrazione e dell’unità. Noi, suoi diretti figli, a lui dobbiamo il riconoscimento del coraggio di aver rotto un sistema monolitico e represso, e di avere aperto la via del divenire e della storia, essendo rappresentante “ante litteram” del figlio che, nell’atto di ribellione al padre, all’autorità costituita, permette l’avvento di un’era futura che si distacca caparbiamente dalle proprie radici per dare vita ad un mondo nuovo. Egli dunque libera lo stesso Urano, (simbolo dell’Era dell’Acqurio) che, non più coercitivo e soffocante nei confronti delle sue stesse creature, può esprimersi al meglio, tramite le sue qualità positive di ariosità, di apertura al progresso, di creatività e di accettazione dell’altro, in sintonia con i princìpi dell’amore universale che egli stesso incarna generando Afrodite, simbolo per eccellenza di piacere, di unificazione e di armonia.

autrice: Eva Giacomelli

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